Ricevo da Mario Vaudano  e volentieri pubblico un piccolissimo  assaggio di  un libro interessante in corso di redazione e pubblicazione focalizzato  sulla nostra storia “giudiziaria “ recente.

“Negli anni Settanta e 80 le mafie scoprono una fonte di enormi guadagni: i sequestri di persona a scopo di estorsione. Vi si dedicano Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra, la banda dei Marsigliesi a Roma e anche gruppi neofascisti. Spuntano, però, fatalmente contatti con sodalizi massonici deviati come la loggia P2 a cui si aggiungono i servizi segreti.

Negli stessi anni le maggiori organizzazioni criminali, sfruttando anche protezioni politiche, finanziarie, giudiziarie e investigative, si impadroniscono dei casinò di Saint Vincent, Campione d’Italia, Sanremo e della Costa Azzurra. Quei luoghi diventano la naturale destinazione del riciclaggio del denaro delle mafie, anche di quello proveniente dai sequestri, oltre che da camera di compensazione di grandi piani criminali che mirano a torcere la democrazia in Italia e anche nella vicina Francia, con l’ambizione di porle sotto il controllo di poteri occulti di matrice reazionaria.

Alcuni magistrati intravedono l’allarmante scenario. Isolati – e talvolta traditi anche dai propri colleghi – vengono assassinati. Si inizia con Vittorio Occorsio, sostituto procuratore a Roma, ucciso il 10 luglio 1976 a Roma dal killer neofascista Pierluigi Concutelli mentre indagava sulle protezioni della loggia P2 al clan dei Marsigliesi e sul riciclaggio dei riscatti dei sequestri di persona. Ne prenderà il posto Mario Amato e anch’egli morirà per mano dei terroristi dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) il 23 giugno 1980. Bruno Caccia, procuratore capo a Torino, viene ucciso il 26 giugno 1983. Giovanni Selis, pretore ad Aosta, sfuggito miracolosamente a un’autobomba il 13 dicembre 1982, muore impiccato nella cantina della sua casa di Aosta il 10 aprile 1987.

Fra gli anni Settanta e Ottanta, indagando su altre storie criminali, un giovane giudice istruttore torinese, Mario Vaudano, si imbatte in un eterogeneo abbraccio criminale. I canali di riciclaggio da lui individuati in parte coincidono con quelli degli affari delle mafie fra sequestri e casinò e contro di lui si scatenò il potere politico fino agli anni Novanta e Duemila. La storia di Mario Vaudano, sopravvissuto alle tante manovre tentate per abbatterlo, lo porta infine in Francia, a impegnarsi nella ricerca della verità sull’uccisione di alcuni magistrati d’Oltralpe, come François Renaud, Pierre Michel e Bernard Borrel, caduti anch’essi mentre indagavano sugli intrecci fra criminalità organizzata ed eversione neofascista.

Per la prima volta questo libro, mettendo insieme una mole enorme di documentazione processuale di vicende giudiziarie rimaste a lungo separate e numerosissimi atti inediti, riesce a ricostruire compiutamente la vera storia del salto di qualità fatto dalle mafie al Nord Italia e in Europa in alleanza con il neofascismo stragista, le logge occulte e apparati deviati di intelligence. E racconta come le uccisioni di alcuni giudici coraggiosi non siano stati dei fatti isolati, ma facciano parte di una strategia unitaria per eliminare ogni ostacolo a un disegno criminale di enormi dimensioni, che, anche grazie al sacrificio di quegli uomini, trovò solo parziale realizzazione.

Tutto questo viene raccontato anche attraverso le parole di un testimone diretto, un magistrato come Mario Vaudano, che ha seguito quelle vicende per decenni e che è riuscito a resistere ad attacchi criminali, a minacce di esponenti dei vertici del potere politico, a ritorsioni tentate anche da una parte della magistratura e, ancora negli anni Duemila, alle manovre ordite anche contro di lui dai servizi segreti che agivano fra trame spionistiche e dossieraggi illeciti.

Ne scaturisce il racconto originale di quarant’anni di deviazioni del nostro Paese, alcune delle quali finora hanno avuto successo perché sigillate fino a oggi da un silenzio troppo spesso complice.”