La  Formazione decentrata di Milano ha organizzato e tenuto nella giornata di ieri 11.10.2019  nell’Aula magna del Palazzo di giustizia  un interessante incontro di formazione dedicato alle nuove frontiere della legislazione comunitaria in ambito familiare.  I numerosi prestigiosi relatori che si sono avvicendati secondo programma  (Maria Casola, Capo Dipartimento Affari di Giustizia, Alberto Figone, Avvocato in Genova, M. Caterina Baruffi, Prof. Ordinario di diritto internazionale a Verona, Monica Velletti, Magistrato del Tribunale di Roma)   hanno, con  lucidità e precisione, fatto il punto delle attuali problematiche inerenti l’applicazione del Regolamento 2201/2003 da parte dei giudici degli Stati membri. Sono state  pertanto individuate le criticità derivanti dalla complessità della normazione in vigore  e la conseguente difficoltà di pervenire con urgenza  all’esecuzione delle decisioni,  in casi, come quelli inerenti la sottrazione internazionale del minore,  in cui l’intervento dell’Autorità  deve essere  adeguato e tempestivo, onde consentire l’attuazione del principio fondamentale della soddisfazione dell’interesse superiore dei minore (Baruffi),  a torto confuso con l’obbligo del suo ascolto (Velletti).  Anche in tema di riconoscimento degli atti pubblici e degli accordi di protezione assistita è stata segnalata la posizione della Corte di Giustizia che nella pronuncia N. 372/2016 aveva escluso la possibilità di  fare ricorso  alle previsioni regolamentari nel caso in cui  fosse stata chiesto il riconoscimento di atti pubblici, come il divorzio islamico,  fondato su di una situazione di discriminazione tra coniugi  (nello specifico la donna) e ciononostante questi avesse dato il suo consenso (Figone).

Si è quindi proceduto alla presentazione del nuovo Regolamento N. 2019/1111 che entrerà in vigore nel 2022 la cui gestazione, durata  circa due anni e mezzo, risulta essersi conclusa felicemente grazie alla paziente opera di mediazione “politica” svolta dalla delegazione italiana in sede di Commissione.  La finalità di fondo del nuovo atto normativo è quella di trasferire fuori dalla giurisdizione il conflitto familiare attraverso l’equiparazione  delle Autorità decisorie e il riconoscimento di accordi  di negoziazione assistita purchè oggetto di regolare registrazione. Inoltre l’interesse superiore del minore e l’uso oculato dell’ascolto diventano la base necessaria da cui ripartire in materia  di responsabilità genitoriale e quindi in tema di adozione delle misure di protezione. Il nuovo Regolamento, prendendo atto della diversa regolamentazione dell’ascolto nelle legislazioni degli Stati membri, ha, infatti, preso atto dell’assenza di un diritto assoluto in materia, così come peraltro sancito dalla Corte di Giustizia, ed ha conseguentemente consentito una valutazione automona e discrezionale del giudice chiamato all’esecuzione dei provvedimenti familiari.